Perchè cambiano i comportamenti alimentari nei giorni di quarantena

Il cibo è indispensabile per la nostra vita ed è anche il primo contatto che il neonato ha con il mondo esterno,è il suo primo bisogno,è il primo modo con cui può comunicare. Infatti se il bambino ha fame piange per esprimere alla mamma questo suo bisogno e prova piacere nel mangiare non solo perchè riceve risposta alla sua necessità biologica,ma anche perchè ha modo di godere del contatto fisico con la sua caregiver. Se però ogni volta che il bambino piangerà perchè è stanco o arrabbiato ecc.la risposta che gli verrà data sarà solo e sempre con il cibo, si rischierà che non sarà capace di differenziare il bisogno del nutrimento dalle altre sensazioni.
Ecco un possibile inizio di un uso improprio del cibo.

Noi uomini siamo ben regolati da varie aree del cervello che mantengono in equilibrio il sistema omeostatico su cui il nostro controllo volontario è debole.L’IPOTALAMO per esempio, è quello che regola la fame e la sazietà,l’AMIGDALA che gestisce le emozioni e il NUCLEO ACCUMBENS che riguarda il sistema di ricompensa,ossia è un’area cerebrale responsabile della sensazione di gratificazione derivata dal rilascio di alcuni neurotrasmettitori, es.dopamina, sostanze del benessere, in seguito ad una determinata azione. La soddisfazione provata quindi dopo un determinato gesto, determina il comportamento motivato, ossia il desiderio di rivivere la stessa situazione,mettendo in pratica la stessa azione.
I comportamenti che determinano l’accezione di questo circuito sono quelli legati alla sopravvivenza della specie,quindi stimoli naturali di origine alimentare,sessuale,materna.
Se inoltre vogliamo aggiungere,sempre per l’evoluzione della specie,la nostra predisposizione genetica per il cibo cremoso e dolce,cioè quello che ci dà molta energia in poco volume, e la nostra naturale avversione per il cibo amaro, ecco che il gioco è fatto: in questo periodo di isolamento, di inquietudine, di sofferenza, di insicurezza per il futuro, ecco che il cibo buono ci dà realmente quella gratificazione che momentaneamente può servirci. Questo però poi innesca un circolo vizioso che sono i sensi di colpa con conseguenti comportamenti errati di restrizione alimentare che non fanno altro che aumentare la fame e la necessità di introdurre altro cibo.Ricordiamoci infatti che la restrizione calorica è un potente attivatore di questo sistema, perchè se si abbassa il livello di ricompensa che do a quei bisogni essi si attivano ancora di più.Ecco il motivo per cui chi sta perennemente a dieta restrittiva poi vira verso un discontrollo alimentare.
Quindi si consiglia:
1)di effettuare sempre dei pasti completi con il giusto apporto di carboidrati,proteine,grassi buoni e fibra,per prolungare il più possibile il senso di sazietà,ossia lo stato di benessere che intercorre tra un pasto e l’altro
2)di mangiare lentamente per dare tempo al nostro cervello di registrare che il volume dello stomaco è pieno e godere del cibo che stiamo mangiando,
3)di potenziare il gusto della pietanza attraverso l’uso di spezie per esempio
4)di darsi il permesso di mangiare il piatto che ci piace di più, pur dandogli un ritmo, qualora fosse particolarmente ricco in grassi,
5)di svolgere attività fisica da casa,attraverso app e siti web,perchè è dimostrato che quest’ultima concorre a produrre i neurotrasmettitori suddetti,
6)di fare delle attività che ci piacciono e creano piacere
7)di tenerci in contatto con i nostri cari con il supporto dei canali social e della tecnologia che sicuramente oggi non manca.

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